Malvasia delle Lipari, Mamertino bianco, rosso, riserva, Grillo e Ansonica. Le Doc del territorio vi lasceranno senza parole. Perfetti come abbinamento con il pesce e i dolci, sono l’accostamento ideale per la cucina tipica locale.
Vino dorato dai riflessi ambrati, al gusto dolce ricorda delicatamente un sapore quasi mielato, è la malvasia. In passato per questo fu denominata il “nettare degli dei”.
Il vitigno malvasia venne impiantato dai Greci nel 588 a.C. quando i primi colonizzatori videro nell’isola di Salina il luogo ideale. Grazie ai suoi terreni vulcanici posti sopra il livello del mare a circa 300 metri e grazie alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo: arieggiato, soleggiato e con leggere brezze, è l’ambiente perfetto per la sua crescita.
I principali acquirenti del prodotto furono gli inglesi che cercavano di arrestare l’avanzata Napoleonica dei francesi. Tra un tiro di moschetto e l’altro, predilessero il passito Eoliano collocandolo sulle tavole degli ufficiali britannici come pregevole vino da dessert. Il vino riconosciuto nella sua delicata dolcezza, venne esportato a lungo dal mediterraneo all’isola, ma l’avvento europeo della fillossera distrusse gran parte dei vitigni, mettendo fine alla sua commercializzazione. Il periodo di stasi durò sino alla metà del secolo scorso quando ne venne ripresa la produzione ottenendo nel 1973 il riconoscimento D.O.C.
La provincia di Messina vanta un numero rilevante di denominazioni di origine D.O.C. dedicate al vino, non solo vini dolci. Faro Doc, Malvasia delle Lipari Doc, Mamertino di Milazzo o Mamertino Doc, Salina Igt, Sicilia Doc, Terre Siciliane Igt sono le Doc prodotte nella provincia.
Nello specifico il Mamertino lo troviamo in varie varianti: Mamertino Nero d’Avola Doc un vino dal colore rosso rubino intenso, un vino robusto, con al naso sentori di catrame, cioccolato, liquirizia, mora, nocciola, tabacco. E’ un vino ampio, aromatico nelle sue note olfattive e dal retrogusto persistente.
Oppure il Mamertino Bianco Doc vino bianco dal colore giallo paglierino, con sentori che ricordano note olfattive di ananas, miele e certamente fruttato con richiami alla pesca bianca. Perfetto per gli antipasti di frutti di mare.
E poi lui il Malvasia delle Lipari Doc, prodotto principalmente a Salina e a Stromboli. Come tutti i passiti, le uve vengono raccolte tardive perché maturino sulla pianta e concentrino lo stato zuccherino nell’acino. Raccolte vengono poi lasciate appassire ulteriormente sui graticci per altri quindici giorni. Il risultato è un “nettare” dal colore giallo dorato intenso tendente all’ambrato. I suoi profumi sono intensi e complessi, variano da una complessità salmastra a sentori di erbe aromatiche, frutta secca come albicocche, fichi e frutta in confettura o candita. Il gusto è dolce, morbido. Perfetto in accompagnamento alla pasticceria siciliana, ma anche così liscio da meditazione. Nella versione liquoroso, siamo sui 20° di titolo alcolometrico, mantiene all’olfatto un profumo intenso, aromatico e caratteristico.
Il Faro doc, è prodotto con i vitigni della zona nerello mascalese, nerello cappuccio. Anche lui ha origini antiche il colore rosso è rubino. Meno complesso, regala classici profumi di uva matura (rossa ovviamente) e talvolta note anche di frutta in confettura, esito della fermentazione. Ha tannini morbidi e al palato vellutati. Più leggero, è un vino a tutto pasto, preferito anche come aperitivo con i salumi della zona.
Infine Grillo e Ansonica, non sono esattamente autoctoni nella provincia, ma non possiamo non citarli perché fanno parte della cultura enologica siciliana.
Il grillo è un vitigno a bacca bianca che presenta acini medio grandi di colore giallo e sferici. I primi impianti, venivano cresciuti ad alberello, privi di sostegno, oggi è più diffusa la variante a spalliera, ma sempre bassa.
Non tutti i terreni si prestano bene alla sua crescita, ecco perché il suo terroir ideale è più la Sicilia occidentale il trapanese, nella zona di Marsala. La sua particolarità è di avere un grado zuccherino elevato, questo non significa che è un vino dolce, ma solo che il suo residuo zuccherino è elevato e genera nella fermentazione con i lieviti, particolari proprietà organolettiche dal titolo alcolometrico elevato che permettono anche anni di invecchiamento. Dal Grillo si produce un vino che non è sicuramente indifferente. La bravura dei produttori locali ne crea diverse varietà da sperimentare. Talvolta può arrivare anche a 15 gradi. E sempre dallo stesso grillo si produce il Marsala oro e ambra insieme o singolarmente ai vitigni di Catarratto, Inzolia, Damaschino.
Infine l’Ansonica, un vitigno a bacca bianca italiano, conosciuto anche con i nomi di Inzolia in Sicilia, nzoglia in Calabria o Insolia nel resto d’Italia. Anch’esso è uno dei più antichi, autoctono in Sicilia, si è poi diffuso in Sardegna, Lazio e Toscana. E’ un vitigno che resiste ai climi secchi e necessita di poca acqua. Anche lui presente in varie aree della Sicilia, da origine a vini come il Salaparuta, l’Alcamo ansonica, o l’Erice ansonica.
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